Luca Beatrice - Pagine bianche d’autore 2006Una pittura silenziosa, rarefatta, neometafisica, che evoca brumose atmosfere della bassa padana, riprendendo la sensibilità di Giorgio Morandi, Fabio Adani ricorre ad una texture "bianco su bianco" in cui le ombre più che le immagini,fanno capolino quasi impercettibili.
A silent, evanescent, neometaphysics, painting which evoke the atmosphere of his lands echoing the sensibility of Giorgio Morandi, Fabio Adani apply a "white on white" texture where the shadows, more than images, appears almost imperceptibles
Francesca Baboni
Fabio Adani attua una ricerca che tende verso la rarefazione quasi completa dell’immagine, una pittura silenziosa e mistica, votata all’impalpabilità ed alla trasparenza, e costruita su ineffabili tocchi, per rappresentare l’idea, il concetto, prima che la sua concretizzazione. Adani trasfigura la realtà attraverso un uso calibrato della luce, che pare fuoriuscire dalle opere stesse, come emanazione diretta diretta del quadro, e una diluizione materica che aggiunge un senso di ineffabilità.
Sceglie gli ambienti silenziosi, caratterizzati da apparizioni improvvise e appena accennate, per favorire una ricognizione esaustiva delle possibilità che l’acquerello offre dal punto di vista tecnico e non solo, dato che la sua ricerca va ben oltre la mera tecnica avvalendosi di un implicito sostrato spirituale.
Tracce di presenze non meglio definite, forse un passaggio, sedie vuote ad indicare un clima denso di sospensione e d’attesa, elementi che appaiono come punti di contatto tra mondo esterno e il mondo delle idee, trasfigurato ed onirico, un universo incorporeo e metafisico che costruisce con pochi tocchi fluidi, impalpabili, medium tra l’opera e lo spettatore che viene inglobato all’interno dell’opera alla ricerca di un dialogo possibile.
Fabio Adani carry-out an inquiry which goes nearby an almost complete disappearing of the image, a silent and misthyc painting, impalpaple and transparent, built on light and ineffables signs, to represent the idea, the concept more than his concretness. Adani transfigure reality through a calibrete use of the light, that seems shine out from the picture, like a direct emanation, and a material diluition that adds more sense of ineffability.
The author choose silent places, characterized by unexpected apparitions, to provocate an emersion of a spiritual substance, and he show the many possibility that the watercolour technic offer, used in a very difficult and unique way;
Vague traces of objects, people, maybe a landscape, empty chairs, to evoke an atmosphere full of suspension and waitness, elements which appears like a connction between the real word and the ideal's word, a transfiguration, an oneiric word, a metaphysic and incorporeal dimension, built by few fading and fluid signs, medium between the picture and the observer, that is accompany into the work, creating an intense and possible dialogue.
Massimo Sgroi - mostra “Verso Sospeso” - D Gallery, Torino - aprile maggio 2008
La verità è la condizione indispensabile per la ricerca della bellezza; anche quando essa sembra sparire in un modo sempre più invasivo essa emerge dalle profondità dell’anima per affermarsi, sempre e comunque, come termine ultimo della ricerca umana.
The truth is the precondition for the search of beauty, even when it seems to disappear in an increasingly invasive it emerges from the depths of the soul to succeed, always, as the ultimate human research
Tatiana Martyanova - mostra “gradi di transizione” - Galleria OpenArt, Milano - marzo, aprile 2012
PANTA REI - ESSERE O APPARIRE, NELL’ARTE DI FABIO ADANI?
Nosce te ipsum (Conosci te stesso) - esortazione scritta sul Tempio dell’Oracolo di Delfi
Una mostra quasi intima, quella di Fabio Adani dal titolo "Gradi di transizione", a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Adatta a un «appartamento», come si definisce la galleria milanese OpenArt Milano, dove lo spettatore, come in un salon dell'Ottocento, si trova ad osservare i Gradi di transizione di un pittore...
PANTA REI - BEING OR APPEARING IN THE ART OF FABIO ADANI?
Nosce te ipsum (Know yourself) – sentence written on the Oracle Temple in Delphi
An almost intimate exhibition, the one by Fabio Adani, bearing the title “Degrees of Transition”, edited by Francesca Baboni and Stefano Taddei. Suitable for an “apartment”, as the Milan gallery OpenArt Milano describes itself
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Veronica Liotti - riflessioni di copertina
L'arte di Fabio Adani propone costantemente una prospettiva dall'alto, quasi a volo d'uccello, che scaturisce da un occhio sopraelevato, da una sorta di presenza suprema – analogon pittorico del narratore onnisciente – ovvero da un potere indefinito: se divino o umano, tecnologico o spirituale, onnipotente o totalmente impotente di fronte al mondo terreno che osserva, non ci è dato sapere.
Fabio Adani’s art constantly proposes a perspective from above, almost a bird’s eye view, which results from a Raised Eye, a sort of supreme presence – pictorial analogon of the omniscient narrator – or by an indefinite power: if divine or human, technological or spiritual, almighty or totally helpless in front of the watching earthly world, we cannot know.
J.A.Edwards - Fabio Adani, pittore dell’infinito
Pittura dell'Infinito. Questo è il carattere, dilatato e fortissimo, del sorprendente Maestro italiano che apre il terzo millennio dopo le innumerevoli e deflagrate esperienze del Novecento. Pittura di grandioso respiro di luce che profetizza l'incoercibile rapporto prossimo-futuro tra l'umanità e il pianeta, tra l'umanità e il cosmo.
Painting of Infinite. This is the expanded, strongest character, of the amazing Italian Master who opens the Third Millennium after the countless and deflagrated experiences of the Twentieth century. Painting of magnificent breath of light which prophesies the irrepressible relationship of the coming future between humankind and the planet, between humankind and cosmos.
Marco Truzzi - Come ho scoperto che fuori c’è la nebbia
E poi vien su la nebbia. E dico vien su perché è proprio così. Non ha la pretesa, la nebbia, di scendere dall’alto come l’acqua, né l’eleganza snob della neve o la prepotenza del sole.
Niente affatto. La nebbia si limita a salire dai fossi. Umile. Lenta. Ma arriva sempre...
And then rise up the fog. It comes up because I say it is. The fog hasn’t the pretense to descend from above like water, nor the snobbish elegance of the snow or the arrogance of the sun.
Not at all. The mist simply rising from the ditches. Humble. Slow. But it always comes...